Come fare spam con il tuo blog e farti odiare dai lettori

Postato in data 11 Aprile 2016 da Riccardo Esposito

Basta un attimo. Basta un’indecisione, un desiderio sopito, un bisogno di visibilità e il risultato è servito: il tuo blog è stato etichettato come spam. Come contenuto non desiderato.

Lo spam non riguarda solo la posta elettronica. Spesso il concetto di contenuto indesiderato si sovrappone con quello di email che arriva senza un preciso volere. Il concetto si espande nel mondo del blogging e coinvolge i commenti, o magari i messaggi che arrivano dai form che hai inserito nelle landing page.

spam
La classica espressione dello spam.

Ecco perché devi usare Akismet e altri plugin per evitare messaggi indesiderati. Ma tutto questo non esaurisce il rapporto tra spam e blogging, che si estende alle azioni che il singolo mette in pratica – magari non in modo sistematico – per portare traffico al proprio progetto.

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Il confine è labile

Ora voglio essere chiaro con te: il confine è delicato. Quello che viene visto come promozione o uso strategico dei link può diventare spam in un attimo. O lo può essere per una fetta di utenti, mentre per altri è una semplice cortesia che metti in pratica per aiutare a raggiungere determinati contenuti.

Quello che fa la differenza, in realtà, è il contesto. Ci sono situazioni che ti permettono di osare, altre che ti suggeriscono di procedere con i piedi di piombo. Il mio consiglio è semplice: non rovinare i rapporti con colleghi e lettori. A tutti può capitare di esagerare, e spesso si sbaglia per inesperienza. Ma in buona fede.

L’importante è capire l’errore, chiedere scusa e fare esperienza. Cercando di evitare gli eccessi. Per fare il punto della situazione ti lascio 4 modi per diventare spammer con il tuo blog.

1. Menzione sui social

Uno dei modi peggiori per cadere in errore: la menzione sui social. Pubblico un contenuto su Twitter e cosa faccio? Cito con la @ i lettori che potrebbero essere interessati nella foto. O, peggio ancora, inserisco influencer e personaggi del settore con la speranza di ottenere una reazione positiva.

Risultato? Tabula rasa, o qualche reazione di cortesia da parte dei più gentili. Fallo due o tre volte di fila e il tuo nome raggiunge la lista nera degli spammer. Sorpreso? Non dovresti perché i social non funzionano così, e la menzione deve essere usata con parsimonia. Al massimo per fare ego baiting, per far notare una citazione nel post.
social
In questo caso la mention è accettata, e ha un obiettivo chiaro: allertare il blogger e spingerlo verso una reazione. Che non deve essere pretesa, non puoi governare le azioni delle persone. Neanche se le citi. La soluzione più elegante: contattare il blogger in privato e avvisarlo della menzione nel post. Ma non puoi pretendere reazioni favorevoli.

2. Commenti esasperati

Il comment marketing è la frontiera avanzata dello spam. I blogger con poca esperienza (o quelli che non vogliono proprio capire come funziona il mondo) usano i commenti sui blog e sui social con un unico scopo: spingere link. Quindi le azioni si dividono in tre soluzioni differenti, non tutte gravi allo stesso modo:

  • Commento minimo con link nel testo.
  • Commento con anchor text della firma SEO oriented.
  • Commento corposo con link nel testo.

Il commento minimo è elementare, basico. Non aggiunge valore al contenuto. In più sfrutta la visibilità del post per inserire un link. Ecco l’esempio: “Ciao, bel post. Visita il mio articolo se hai tempo”. Segue permalink che non ha valore SEO (i link nei commenti sono nofollow) ma spera di portare qualche visita.

Le sfumature possono essere varie, e si passa dal commento ingenuo del blogger alle prime armi allo spammer seriale che pubblica vagonate di commenti simili ignorando il contesto. Spesso i link sono scollegati con il contenuto, e questo consente al proprietario del blog di bannare l’autore.

Il commento con anchor text SEO oriented – inserisce nella firma una keyword ottimizzata – è una vecchia pratica che non rappresenta una vera e propria tecnica spam, ma si somma alla situazione precedente e rende il quadro ancora più drammatico. Anche in questo caso non c’è beneficio SEO, e Google ha sconsigliato questa soluzione.

Il commento corposo con link, in qualche caso, è in linea con le regole del blog e non rappresenta spam. Se il commento aggiunge valore al testo e inserisce un link contestualizzato non dovrebbe essere eliminato.

Se commenti solo per inserire un link, a prescindere dal fatto che il collegamento sia utile o meno, diventi uno spammer. I commenti servono a creare valore e a conversare.

Per approfondire: 6 dettagli che non conosci dei commenti su WordPress

3. Ripubblicazioni continue

Quante volte pubblichi un post sui tuoi canali social? La logica è chiara: una volta basta e avanza. In realtà l’uso strategico dei vari Twitter, Facebook e Google Plus in relazione ai contenuti del blog può avere delle sfumature diverse. Puoi riprendere lo stesso contenuto più volte nell’arco di poche ore, tutto dipende dalla forma e dal medium.

Twitter, ad esempio, è un social veloce. Rapido. Pubblichi 20 messaggi al giorno e in questo stream puoi diluire lo stesso link in forma differente. Magari sfruttando headline e visual differenti, o un Click To Tweet interno. O ancora puoi utilizzare i commenti per coinvolgere il pubblico e trovare una buona occasione per ripubblicare il link.

 spam con il tuo blog
Timing delle pubblicazioni secondo Coschedule.

Stesso discorso per gli altri social? Non proprio. Con Facebook e Google+, come suggerisce la grafica sopra, ci sono dei ritmi differenti. Più lenti. Rischi di apparire ripetitivo se pubblichi due volte lo stesso contenuto a distanza di ore. In questi casi puoi allungare i tempi e puntare sulle settimane o sui mesi. Magari dopo aver migliorato il post con informazioni nuove.

Lo stesso discorso vale per le ripubblicazioni su diversi canali. Aggiorni il tuo pubblico su Twitter, poi su Facebook e ancora su Google Plus. Poi c’è Telegram, c’è Scoop.it. La newsletter riepilogativa a fine settimana la fai? Ah, stai riproponendo il contenuto su Pulse e Tumblr… Ok, forse le persone vogliono leggere qualcosa di diverso.

4. Gruppi e community

spam blogNota dolente: lo spam nelle community e nei gruppi. Lasci link a caso in questi luoghi di discussione e condivisione del sapere?

Attenzione alla policy, molte realtà non consentono di pubblicare collegamenti ipertestuali. E altre realtà bloccano le risorse commerciali. In linea di massima devi rispettare il topic del gruppo: si parla di SEO, condividi articoli legati alla SEO.

Tutto questo senza dimenticare perché sei nella community. Non solo per condividere link, ma anche per discutere e coinvolgere. Contestualizza sempre i tuoi interventi, cerca di essere utile e di rispondere alle domande. Se vuoi spingere un link assicurati che sia ammesso, funzionale, legato alla discussione.

Spam e blog: la tua opinione

Ecco quali sono, secondo me, le strade da evitare per avere un buon rapporto con lettori e colleghi. Spesso lo spam è solo un modo per superare le difficoltà iniziali e portare qualche visita in più al blog. Questa è la tua condizione? Evita le sfumature estreme della distribuzione e pensa sempre al piacere del pubblico di trovare il contenuto giusto al momento opportuno. Sei d’accordo? Manca qualcosa in questa lista? Aspetto la tua idea nei commenti.

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Riccardo Esposito

Discussione

5 commenti presenti
  • Francesco BrioWeb Russo ha commentato il 2016-04-11 12:05:20

    Ciao Riccardo hai fatto mi sa talmente tanta paura di essere bannati che nessuno commenta :) allora meglio rompere il ghiaccio! Mal che vada bannato a vita (ah ah ah) . Credo tu abbia praticamente toccato tutti i “modi” con cui si può risultare fastidiosi… nel tentativo di spingere il proprio blog… in modo esteso potrei aggiungere una cosa, chi chiede l’amicizia per poi inviarti immediatamente un messaggio (o ti posta in bacheca, ma forse questo più una volta) una sua promozione…


    • Riccardo Esposito ha commentato il 2016-04-12 22:43:33

      Ah, quella è la cosa peggiore. Ci sono mille modi per diventare uno spammer, ma questo è il punto più basso. Anzi no, su LinkedIn ultimamente stanno succedendo cose pessime…


      • Francesco BrioWeb Russo ha commentato il 2016-04-13 12:15:03

        Concordo… ultimamente linkedin sta diventando peggio di Facebook per certi aspetti… sta scadendo veramente tanto… per non parlare di un altro modo li di essere spammer e cioè gonfiare il curriculum a dismisura… ho clienti che hanno smesso di cercare personale li perché tutti si presentano come geni della lampada e poi …


        • Riccardo Esposito ha commentato il 2016-04-14 22:04:24

          Senza dimentica lo spam di LinkedIn via email, a volte arrivano delle email assurde: fastidiose e inutili. A volte anche le conferme delle competenze sono al limite dello spam…


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